mercoledì, febbraio 01, 2006

Samanta Scrive

Caro Giacomo e cari tutti,

purtroppo il fato mi è avverso e ancora una volta ho "raté" la riunione fissata la settimana scorsa!

In breve, porgo il mio contriuto a proporsito dei doverosi "compitini" sciorinati nell'e-mail precedente. Essendo poi una maestra, non posso esimermi in alcun modo dal rispettare puntualmente tutti gli obblighi annessi e connessi alla mia partecipazione, seppure solo mediatica, sino ad oggi, alla nobile impresa.
Vengo al punto: mi piacerebbe inserirmi nella diade uomo-macchina per analizzare alcuni passaggi, a inizio secolo, relativi alle figurazioni dis-umanizzanti (manichini, automi, homme-cible) negli Chants de la mi-mort di Alberto Savinio, alias Andrea De Chirico. In questo modo potrei portare acqua al mio mulino, ovvero lavorare su un testo che conosco abbastanza bene, per rintracciare le coordinate di un discorso più ampio, teso tra modelli esistenziali estetizzanti e sperimentazione avanguardistica.

Tuttavia, a livello generale, di impostazione, condivido le perplessità di chi solleva questioni di metodo e aggiungo che definizioni devono sussistere ed essere teoreticamente condivise dal gruppo, affinchè quelle stesse possano essere "provate" da indagini sul campo che allora non dovranno più porsi scrupoli rispetto a un procedere disseminativo.
Mi spiego: il contenitore, seppure elastico, deve delimitare un campo di possibili applicazioni. Ma quest'operazione logicamente precede e non segue le indagini sul campo stesso!
Altrimenti il rischio, al quale io stessa e per prima cedo, è quello di far rientrare il tema all'interno di un proprio ambito di ricerca che sussisteva già prima e a prescindere dalla nobile impresa!
Se il problema è che da qualche parte si deve cominciare, posso condividere ma il dubbio, radicale, è che così facendo ne venga fuori un quadro graziso e affascinante degli interessi di ciascuno piuttosto che una chiara e definita (nella sua problematicita') area di ricerca.

Vi rimando la palla e auguro a tutti buon lavoro
A presto
Samanta