sabato, gennaio 21, 2006

prima Mail_ 4 dicembre 2005

Carissimi,

spero perdonerete il mio ritardo nell'inviarvi questo resoconto, una prima ricognizione delle cose fatte. Cercherò di essere il più fedele possibile alle cose che finora sono state esposte: ciò non toglie che hanno tutti il dovere di puntualizzare, di chiarire, di proporre.
Le poche conclusioni e le molte proposte a cui siamo giunti nei giorni scorsi riguardano diversi aspetti della questione, da quelli meramente organizzativi per arrivare agli argomenti e ai metodi. Cercherò di farne un breve sunto.

Organizzazione
Il bisogno di partenza, sentito un po' da tutti, era quello di trovare un campo comune in cui confrontarsi sul proprio lavoro, sui propri interessi e/o studi. Per far vivere e prosperare il confronto, serviva un mezzo versatile e stimolante, che avesse anche la funzione di mostrare "pubblicamente" il lavoro svolto. Quindi: una rivista (sulla forma ci sarà da discutere: on line o cartacea o entrambe) e un momento di incontro (chiamiamolo seminario) in cui discutere. Dal punto di vista pratico, sembra sensato tenere un gruppo più piccolo che coordini la rivista (lo chiameremo Soviet, o comitato di redazione, fate voi), che è all'incirca quello a cui mi sto rivolgendo adesso, e che si prende la responsabilità della scelta del tema, e della rotta generale. Il seminario, più esteso (con probabile cadenza quindicinale/ci sarà da discutere), di libero accesso e discussione.


Metodi
Riguardo alla rivista, si voleva evitare sia il contenitore in cui mettere i lavoretti di ognuno, senza alcuna connessione tra di loro, sia l'idea di un tema troppo stretto e/o vincolante (il divano nella letteratura; l'uso dei favoriti nel romanticismo, ecc.), che ci tarpasse le ali critiche prima di cominciare.
E' venuta fuori allora l'idea di un tema che potesse mettere insieme gli interessi di ognuno, cercando di creare percorsi (o meglio, reti di percorsi) tra i nostri interessi/lavori, e che permettesse anche, eventualmente, una serie di tragitti possibili attraverso il testo/rivista, rendendo così molto più stimolante sia il lavoro sul nostro metodo, sia la lettura successiva del prodotto finito (la dott.ssa Panazza ha giustamente osservato che questo concetto di tema è molto vicino a quello dell'esimio porf. Fusillo, Ndr). Un tale tema rende anche molto più forte l'esigenza di un confronto diretto con gli altri, e quindi ancora più utile la presenza del seminario: sin dai primi incontri, è abbastanza notevole notare come ci si trovi spesso rivolti verso lo stesso Oriente, a seconda dell'argomento "contenitore" che si prende. Un altro esempio di percorsi incrociati lo avete con le tavole tematiche dell'enciclopedia einaudi, in cui un grande campo concettuale ne contiene altri, posti in ordine di vicinanza o lontananza dal centro dell'insieme e da se stessi a seconda della propria pertinenza.

Temi
Non sono bravo a riassumere i due temi che finora sono emersi, e chiedo venia e correzioni a chi li ha proposti - anzi, Nicola ti prego di rimandarci il tema così come lo avevi presentato, io non ricordo molto bene. Di seguito al titolo metto dei "topics" che sono quelli che mi ricordo e che non sono minimamente esaustivi del tema. Il compito collettivo è anzi quello di proporre, intorno a questi due (o ad altri da proporre) il maggior numero di interconnessioni e riferimenti al proprio lavoro.

- Uomo e tecnologia. I rapporti tra società/ cultura/ tecnologia. Tratto tipico della modernità (e della post-modernità?), ma non solo, se prendiamo la téchne greca come punto di partenza. Come il processo industriale ha cambiato l'immaginario/ il modo di immaginare sé stessi, dunque anche di scrivere sé stessi.


- corpo-uomo-macchina (mi scuso per i titoli, sono evidentemente provvisori), non troppo distante dal precendente.
Come l'avvento della macchina si riflette nelle produzioni culturali. I rapporti tra corpo umano e macchina (dalla visione del corpo come una macchina perfetta a quella della biocibernetica_migliorare il corpo attraverso le macchine). Visione e significato delle macchine nel futurismo italiano e sue differenze da quello russo / o dalla scuola tedesca. Strutture disciplinari e tecniche per piegare il corpo: dal panopticon alle prigioni della fantascienza: la macchina al servizio della repressione.


VI prego di mandare ( a tutti) i vostri contributi su questi e altri campi di confronto.
Come tempi, se riuscissimo a vederci intorno a metà del mese con un tema deciso, potremmo fissare l'inizio dei lavori seminariali per metà gennaio.
Un saluto circolare, e ricordatevi:
Nessuno si aspetta mai l'inquisizione spagnola.

Giacomo