sabato, gennaio 21, 2006

terza_Nicola_ 06 dicembre 2005

"cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate".
Mi aggiungo così alla lista dei partecipanti virtuali, dopo Giacomo e Raoul.
Innanzitutto, il formato della rivista. Credo che il formato "virtuale", o non-cartaceo, sia preferibile per tutta una serie di motivi: più accessibile, più veloce, più "leggero" rispetto a un foglio che necessiterebbe di tipografie quando non di editori, e che comporterebbe costi per la distribuzione (a meno che non lo si voglia distribuire noi, magari in p.zza Verdi, in magra concorrenza con spacciatori e venditori di bici rubate). Aggiungo che comunque non sono un esperto di editoria, e aspetto dal dott. Azzani eventuali correzioni.
Secondo: la rivista - cartacea o telematica non importa - non è certo una novità nè un'innovazione culturale. In rete, nelle biblioteche e nelle librerie sono a disposizione diverse centinaia (se non migliaia) di riviste. Per fare un esempio ridicolo, ho scoperto che ci sono nel mondo 4 o 5 riviste dedicate esclusivamente all'alimento "peperoncino": immaginatevi le riviste "culturali" redatte dai più svariati dipartimenti delle più svariate università, da gruppi di lettori fanatici, dalle case editrici, da singoli autori ecc... Come sempre, la varietà può disorientare e aiutare allo stesso tempo. Da questo punto di vista, i link presenti nel sito di Giacomo sono utili (secondo me soprattutto Il compagno segreto è accessibile, in via preliminare, a un gruppo come il nostro). Un'altra rivista tematica, non presente nei link, è Griselda Online. Messa in piedi in quattro e quattro otto dai "manager" di italianistica di Bologna, ha avuto subito un successo, per numero di visite, sorprendente. L'idea è semplicissima: un affastellamento di contributi di varia natura legati da un tema che cambia mensilmente - il corpo, l'inferno, lo straniero e così via. La genericità del tema proposto permette di ospitare articoli diversissimi tra loro, di allargare il bacino delle utenze, e di poter affermare cose del genere: "dopo sei mesi di attività, il progetto Griselda Online rivela una sorprendente ecc...
E qui mi ricollego a noi. Dai confronti che abbiamo avuto, è emersa chiaramente la volontà di evitare: 1) il "tema-raccoglitore" (nel senso "griseldiano", quindi: corpo, coprofagia ecc.) e 2) quello che si potrebbe chiamare il "tema-libero" (nel senso scolastico di libera esercitazione scritta sui propri interessi). Nella mail di Giacomo sono riassunte bene le proposte avanzate per superare questo primo gradino (che secondo me è anche il più difficile).
Credo che sia utile racContare come siamo arrivati all'abbozzo di quelle due "cornici" (che ancora non chiamerei temi). Parlando delle rispettive aree di interesse, sono risultate diversi punti di contatto: dalla razionalità strumentale (di weberiana memoria) attaccata negli anni '60 e '70 da Paolo Volponi, al rapporto di misconosciuta subalternità delle "lettere" nei confronti della "scienza" nella letteratura italiana (e non solo) del '900; dal ruolo e dal mito della macchina nelle avanguardie letterarie primonovecentesche, alla funzione della tecnologia all'interno degli apparati repressivi/coercitivi dall'800 a oggi: da questa molteplicità abbiamo estratto qualche termine-guida (v. ancora la comunicazione di Giacomo).
E' chiaro che si tratta, come in Val di Susa, di un primo carotaggio: di un tentativo, cioè, di sondare le possilibità di un "campo" comune. Riguardo ai rilievi monacensi di Raoul, sono d'accordo sulla necessità preliminare di una (bourdieusiana) "definizione di campo", in modo da estirpare, in embrione, la "yerba mala" (si scrive così?) dell'analfabetismo scientifico dell'umanesimo italiota. Credo però eccessivo, o comunque prematuro, dato il modo "spontaneo" in cui i temi sono emersi - e soprattutto vista la natura ancora provvisoria degli stessi - introdurre nella discussione specialismi settoriali quali storia della scienza. Quello che mi piacerebbe, anche e soprattutto in previsione degli incontri seminariali, è esercitare quella libertà di esporsi e di controbattere, che magari in altri momenti risulta un pò compressa dall'istituzione (e dalla competizione).
Ho scritto troppo, e devo andare: devo tenere una conferenza in Val di Susa, sul tema: "Tecnologia e montagna: la trivellazione delle Alpi dal punto di vista degli attanti".
Un saluto a tutti
Nicola