venerdì, marzo 17, 2006

Novità, titoli, proposte, spostamenti

Cari tutti,
abbiamo alcune novità. La prima, è che l'incontro è stato spostato al 20 di Aprile, immediatamente dopo Pasqua.
Finora Raoul ha proposto di fare un breve intervento (a breve vi dirò l'argomento, attenente al corpo comunque), e una dottoranda di Siena, Elena Cappellini, mi ha inviato questa mail con la sua proposta di intervento, che mi pare molto interessante e vi giro immantinente.
Un caro saluto, ci sentiamo molto presto

Caro Giacomo,
ti scrivo subito e di getto alcune idee, per non rischiare, domani, di cadere nella solita pigrizia e pignoleria che mi inchioderebbe a interminabili e inconcludenti meditazioni.

Pensavo di sviluppare il tema corpi-macchine-strumenti-uomini nell'ambito della clinica moderna, studiando l'impatto di nuove tecnologie mediche sull'immaginario di artisti e scrittori. Se devo pensare alla scadenza di aprile, il titolo potrebbe essere: Fotografie di un corpo invisibile. L'immaginario radiologico nel Novecento.

Per la sua capacità di mostrare l'invisibile, credo che la radiografia sia l'unica fotografia in cui non ci riconosciamo affatto: un corpo interno, frammentario e mortifero, prima buio e ignoto, ora illuminato dai raggi, è posto di fronte agli occhi di tutti. Tra la prima radiografia di una mano sinistra (1896) e la nascita della radiologia come insieme di teorie e pratiche ad uso medico (circa un ventennio più tardi), in una zona intermedia tra scienza e parascienze, la nuova scienza dell'interiore si confonde con la fotografia, con l'occultismo, con i coevi progressi nella psicologia e la nascita della psicoanalisi. Rivelatrice di una realtà più profonda della sembianza, la radiologia non è solo oggetto di interessi e progressi tecnico-industriali, ma interagisce con concezioni del mondo, visioni della realtà, trasposizioni simboliche e elaborazioni da parte di artisti e scrittori.
Recepita per primi da futuristi e cubisti, per la sua capacità di coniugare materia e energia, e di trovare le strutture al di sotto delle forme, la radiologia non sembra aver mai smesso di operare sull'immaginario letterario. Penso immediatamente al sanatorio e alle fotografie interne dalla Montagna incantata di Thomas Mann, alle radiografie e agli elettroshock di Antonin Artaud durante l'internamento all'ospedale psichiatrico di Rodez, fino al recente Nel condominio di carne: una vera e propria autobiografia che Valerio Magrelli costruisce attraverso il racconto di malesseri, piccoli disturbi, operazioni chirurgiche e visite mediche subite dall’infanzia a oggi, in cui le lastre possono essere raccolte come in un album di foto ricordo. Inseguendo le esperienze personali o finzionali di questi autori, il motivo radiologico mi sembra inserirsi inoltre nei temi più generali della malattia, dell'ospedalizzazione, ecc.

Non ho ancora una bibliografia, sono solo suggestioni ricavate da Foucault e da un corso di Storia della medicina di Cosmacini, nonché dalla lettura di alcuni autori nell'ambito della mia ricerca. Non so se il tema possa rientrare nel vostro progetto, ma se così fosse sarei felice di accettare la tua proposta. Fammi sapere.
A presto,
Elena